Negli ultimi anni diversi gruppi di ricerca hanno osservato una relazione tra il cosiddetto microbiota intestinale, ovvero l’insieme di batteri, funghi e virus che popolano l’intestino e convivono “pacificamente” con il nostro organismo, e il prediabete. Comprendere come la composizione del microbiota umano possa influenzare l’insorgenza di questa condizione o, viceversa, rivelarsi protettiva, potrebbe essere di grande aiuto per sviluppare nuove strategie terapeutiche e preventive nei confronti del prediabete.
Con il termine prediabete ci si riferisce a valori di glicemia di poco superiori a quelli considerati normali, ma non così alti da portare a una diagnosi di diabete. In particolare, gli esperti lo utilizzano per indicare alcune specifiche condizioni che rivelano un metabolismo anomalo degli zuccheri:
un’alterata glicemia a digiuno, con valori compresi tra 100 e 125 mg/dl (i valori normali sono inferiori a 100 mg/dl)una ridotta tolleranza al glucosio orale, con valori compresi tra 140 e 199 mg/dl dopo 2 ore dall’ingestione di una soluzione contenente 75 grammi di glucosio (i valori normali sono inferiori a 140 mg/dl).
L’American Diabetes Association ha aggiunto nel 2011 un ulteriore parametro per la diagnosi di prediabete, ovvero i valori di emoglobina glicata, che rispecchiano le concentrazioni medie di glucosio nel sangue negli ultimi tre mesi. La “glicazione” dell’emoglobina è un evento fisiologico e il livello di glicazione indica quanto glucosio è presente sulla sua superficie. Valori di glicemia troppo elevati fanno sì che l’emoglobina entri in contatto a lungo con una grande quantità di glucosio e che, quindi, la sua superficie ne venga ricoperta. Nello specifico si parla di prediabete nel caso di riscontro di valori di emoglobina glicata compresi tra 5,7% e 6,4%.
Che cos’è il microbiota e quali sono le sue funzioni
I microrganismi che costituiscono il microbiota convivono con il nostro organismo in diverse sedi, dalla bocca alla pelle, dal tratto urinario a quello digerente. Il tratto gastrointestinale è senz’altro il distretto più densamente popolato da tali microbi, in passato genericamente additati con il termine flora batterica, oggi più propriamente detti microbiota intestinale.
Se il microbiota intestinale è l’insieme dei microrganismi che convivono nel nostro intestino, il microbioma intestinale rappresenta invece il loro patrimonio genetico e i prodotti dell’espressione dei loro geni, i quali giocano un ruolo cruciale in gran parte delle funzioni dell’organismo e nella difesa immunitaria.
Le principali funzioni del microbiota intestinale possono essere raggruppate in tre categorie principali.
Funzioni metaboliche
L’attività metabolica dei microrganismi intestinali permette al nostro organismo il parziale recupero di energia dalla fibra alimentare che altrimenti non sarebbe digerita. Inoltre i batteri intestinali producono diverse sostanze, tra cui alcune vitamine (come le vitamine K e B12) e gli acidi grassi a catena corta (detti anche SCFA).
Funzioni strutturali
Il microbiota è coinvolto nello sviluppo dei villi intestinali e delle cellule epiteliali dell’intestino che partecipano alla costituzione della barriera epiteliale, che contribuisce a contrastare la proliferazione di germi patogeni.
Funzioni protettive
Il microbiota contrasta le infezioni da parte di microrganismi dannosi.
Associazione tra microbiota e prediabete
Quando in equilibrio, il microbiota svolge al meglio le sue funzioni, ma la sua alterazione patologica, detta disbiosi, può giocare un ruolo nello sviluppo di alcune condizioni e malattie, tra cui appunto il prediabete. Una delle cause più rilevanti della disbiosi è rappresentata da scorretti stili di vita, in particolare da una dieta squilibrata. Altre cause frequenti di squilibrio transitorio sono inoltre rappresentate dall’assunzione di antibiotici e dalle infezioni batteriche intestinali.
Alcuni studi hanno evidenziato che gli individui con prediabete presentano un microbiota alterato rispetto ai soggetti sani. Per esempio, è stato osservato che i pazienti con questa condizione e quelli con una recente diagnosi di diabete di tipo 2, ma non ancora in terapia, presentano livelli inferiori di microbi intestinali produttori di butirrato. Inoltre, nei soggetti con prediabete è stata registrata una ridotta abbondanza del genere Clostridium e del batterio A muciniphila, mentre sembra aumentare la quantità di microbi appartenenti ad altri generi, come Streptococcus.
Inoltre, i dati ottenuti suggeriscono che il microbiota intestinale debba essere considerato un importare fattore modificabile da prendere in considerazione nello sviluppo di strategie per prevenire o ritardare il passaggio da prediabete a diabete vero e proprio.
Dieta, microflora intestinale e prediabete
Il microbiota si modifica con l’età e con il variare degli elementi che lo influenzano come l’ambiente e la dieta che, nell’arco di un solo giorno, è in grado di cambiare transitoriamente circa il 60% della sua composizione. Quello che mangiamo ha dunque importanti ricadute sul microbiota intestinale e sulla sua regolazione.
La principale fonte energetica per i microrganismi che costituiscono il microbiota intestinale è rappresentata dai carboidrati alimentari, in particolare dalle fibre. Le fibre esercitano diversi effetti positivi sulla microflora batterica, in particolare ne aumentano la diversità, la ricchezza e la stabilità. Non solo, l’assunzione di fibre alimentari favorisce la fermentazione dei microbi intestinali e questo sembra causare un aumento degli acidi grassi a catena corta (SCFA), i quali partecipano al meccanismo di regolazione dell’equilibrio del glucosio.
A differenza di quanto spesso si pensa, i principi della dieta ritenuta ideale per i soggetti prediabetici, come anche per chi ha già ricevuto una diagnosi di diabete di tipo 2, non prevedono di eliminare completamente i carboidrati, tanto che il modello alimentare ritenuto più indicato è quello mediterraneo, che prevede il consumo di alimenti come verdure, cereali integrali e legumi.
Fonti
- https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flora-intestinale-microbiota-e-microbioma
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29379988/
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- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK459332/
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- https://www.wjgnet.com/1948-9358/full/v11/i7/293.htm
- https://www.hopkinsmedicine.org/health/wellness-and-prevention/prediabetes-diet
- https://link.springer.com/article/10.1007/s00394-017-1582-0
- https://www.mdpi.com/2072-6643/13/4/1228/htm