La menopausa è un periodo di transizione nella vita di una donna in cui i cambiamenti ormonali legati alla cessazione dell’attività ovarica e alla riduzione della produzione di estrogeni possono avere numerose consegunze a breve e lungo termine.
Quando si usa il termine menopausa (spontanea) si fa riferimento, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), alla definitiva cessazione dei cicli mestruali derivante dalla perdita della funzione follicolare ovarica. In particolare, si può fare diagnosi retrospettiva di menopausa dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea (ovvero di mancata presenza di flusso mestruale).
Il termine postmenopausa si riferisce invece a tutto il periodo che segue l’ultima mestruazione, mentre con perimenopausa si fa riferimento al periodo immediatamente prima della menopausa (che può avere una durata variabile edè caratterizzato da irregolarità mestruali) fino al primo anno dopo l’ultima mestruazione.
La transizione verso la menopausa è accompagnata da cambiamenti metabolici che possono aumentare il rischio di insorgenza di diabete di tipo 2. La post-menopausa è stata anche associata ad una maggiore probabilità di sviluppare una condizione di alterata glicemia nota con il termine di prediabete.
Che cos’è il prediabete
Avere il prediabete significa presentare elevati livelli di glucosio nel sangue (glicemia), ma non così alti da configurare un diabete conclamato.
Secondo l’American Diabetes Association il termine prediabete si può utilizzare in presenza di alterazioni nei livelli ematici del glucosio, quali:
- valori di glicemia a digiuno (ovvero dopo almeno 8 ore di mancato introito calorico) compresi tra 100-125 mg/dl
- valori di glicemia misurati due ore dopo l’ingestione di una soluzione contenente 75 g di glucosio dissolto in acqua, compresi tra 140-199 mg/dl.
Tra i fattori di rischio che possono aumentare il rischio di sviluppare il prediabete ricordiamo:
- sovrappeso od obesità, in particolare un indice di massa corporea (BMI) superiore a 25 kg/m2. Si è visto che un eccesso di tessuto adiposo a livello dell’addome favorisce lo sviluppo della resistenza all’insulina
- aumento del girovita
- storia familiare di diabete mellito di tipo 2 (genitori o fratelli)
- diabete in gravidanza (diabete gestazionale) o prediabete in gravidanza
- inattività fisica
- appartenere a particolari gruppi etnici, in particolare afroamericani, latinoamericani, nativi americani o asiatici/isolani del Pacifico
- sindrome dell’ovaio policistico
- alterazioni dei grassi nel sangue con livelli di colesterolo HDL “buono” inferiori a 40 mg/dl negli uomini e a 50 mg/dl nelle donne o trigliceridi superiori a 250 mg/dl
- pressione alta (ipertensione)
- disturbi del sonno, in particolare la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, che si associa spesso a sovrappeso e obesità
- fumo di sigaretta.
Nella maggior parte dei casi il prediabete non presenta sintomi evidenti. Modificare il proprio stile di vita, intervenendo innanzitutto sull’alimentazione e l’attività fisica, è il primo passo da seguire per contrastare il prediabete o evitare la sua progressione in diabete di tipo 2.
Cambiamenti metabolici associati alla menopausa
Durante la fase di transizione verso la menopausa le donne vanno incontro ad una serie di cambiamenti metabolici e biochimici. In particolare, durante la perimenopausa, si verificano:
- un aumento della massa grassa, soprattutto nella regione addominale
- una diminuzione della massa magra e riduzione del dispendio energetico, che favoriscono l’aumento del grasso corporeo totale e a livello dei visceri, senza grandi cambiamenti dell’apporto energetico, ovvero delle calorie introdotte con gli alimenti.
L’aumento del grasso a livello viscerale è a sua volta responsabile di una maggiore produzione di molecole che sostengono l’infiammazione (citochine proinfiammatorie), di acidi grassi liberi e di specie reattive dell’ossigeno tutti questi fattori contribuiscono allo sviluppo della resistenza all’insulina, ovvero la diminuita sensibilità delle cellule dell’organismo nei confronti dell’ormone pancreatico che consente al glucosio di entrare nelle cellule, dove viene utilizzato come fonte energetica. In caso di insulino-resistenza, il glucosio si accumula nel sangue e la glicemia si innalza, causando lo sviluppo di prediabete o del diabete di tipo 2.
Prevenzione del prediabete in menopausa
Come già accennato, la prevenzione del prediabete passa innanzitutto attraverso lo stile di vita e il controllo del peso. Allo stesso modo, molte delle conseguenze metaboliche avverse della menopausa possono essere contrastate seguendo una dieta ottimale, facendo più movimento, smettendo di fumare e riducendo il consumo di alcolici. Inoltre, il medico può valutare anche il ricorso alla terapia ormonale sostitutiva, dopo un attento screening dei fattori di rischio personali.
Vediamo insieme quali sono le principali strategie che possono essere utili in caso sia di prediabete, sia di menopausa.
Alimentazione e controllo del peso
Un’alimentazione sana ed equilibrata aiuta a favorire il controllo della glicemia. Non solo, migliorare la propria dieta, cercando di consumare più frutta e verdura, cereali integrali e legumi, aiuta a mantenere una corretta gestione del peso e giova all’apparato cardiovascolare.
Per quanto concerne la dieta, le principali raccomandazioni per le donne in menopausa sono:
- preferire gli acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi a quelli saturi
- ridurre l’apporto di carboidrati complessi preferendo i cerali integrali e la frutta
- prediligere come fonti di proteine pesce, pollame o latticini scremati
- consumare noci e semi
- prevedere un corretto apporto di calcio e vitamina D
- limitare gli alcolici.
Una modesta perdita di peso, compresa tra il 5% e il 7% del peso corporeo iniziale è infine consigliata, sia alle donne in menopausa sia in caso di prediabete. Tale perdita di peso può essere ottenuta mediante regimi alimentari che forniscono 1200-1500 kcal al giorno o che raggiungono quotidianamente un deficit energetico di 500–750 kcal al giorno.
Attività fisica
Dedicare regolarmente tempo al movimento ha un impatto benefico su numerosi aspetti:
- contrasta sovrappeso e obesità
- favorisce il controllo glicemico
- protegge la salute cardiovascolare
- contribuisce a prevenire l’osteoporosi
- aiuta la riduzione della pressione arteriosa
- migliora l’umore e aiuta a rilassarsi e a dormire meglio
- riduce lo stress, l’ansia e la depressione
- aiuta a smettere di fumare.
Per quanto riguarda l’esercizio fisico, è ideale una camminata intensa di almeno 150 minuti a settimana. Questa attività consente sia di svolgere un esercizio aerobico moderato, che è indicato anche per i soggetti con prediabete, sia un esercizio di carico, che favorisce una buona qualità e forza delle ossa, oltre a preservare la massa muscolare e a offrire benefici dal punto di vista psicologico.
Smettere di fumare
Il fumo rappresenta un importante fattore di rischio per molte malattie associate alla menopausa e all’invecchiamento, come le patologie cardiovascolari e l’osteoporosi. Inoltre, il fumo può aumentare il rischio di insulino-resistenza e di prediabete.
Fonti
- https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/m/menopausa
- https://www.sigo.it/wp-content/uploads/2015/10/01Menop_Terminologia_27-361.pdf
- https://www.maturitas.org/article/S0378-5122(18)30539-5/fulltext
- https://diabetesjournals.org/care/article/36/12/4007/33097/Effect-of-Postmenopausal-Status-and-Age-at
- https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/prediabetes/symptoms-causes/syc-20355278
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- https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1181_allegato.pdf
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- https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/prediabetes/diagnosis-treatment/drc-20355284
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