Negli ultimi 20 anni la prevalenza del prediabete è più che raddoppiata negli adolescenti e nei giovani adulti. Si stima che circa il 40% dei giovani obesi sia in una condizione di prediabete che, senza alcun intervento, può evolvere verso il diabete di tipo 2 con una serie conseguenze per la salute di questi individui.
L’insorgenza precoce del diabete di tipo 2 si associa infatti a un aumentato rischio di complicanze cardiovascolari che insorgono già nei primi 20 anni dalla diagnosi in circa l’80% dei soggetti.
Per evitare la transizione da prediabete a diabete di tipo 2 è importante intervenire sullo stile di vita, adottando una dieta sana e bilanciata (riducendo l’apporto di grassi e aumentando quello di fibre vegetali) e svolgendo attività fisica moderata per almeno 20-30 minuti al giorno o 150 minuti a settimana. Nei soggetti con ridotta intolleranza glucidica, raggiungere e mantenere una perdita di peso del 7% e svolgere attività fisica rappresentano i mezzi più appropriati per ridurre il rischio di insorgenza di diabete mellito di tipo 2.
Anche in bambini e adolescenti è indicato un intervento per migliorare lo stile di vita, ma è bene porre particolare attenzione a non eccedere con la perdita di peso e a mantenere un indice di massa corporea in linea con quanto previsto per età e sesso.
Screening prediabete negli adolescenti
Nell’adulto la consapevolezza del prediabete si è rivelata associata a una migliore gestione del peso. Ma cosa succede invece nei più piccoli?
Nell’età evolutiva lo screening per il prediabete è raccomandato, a partire dai 10 anni o dall’esordio della pubertà se questa si manifesta a un’età inferiore, nei bambini in sovrappeso (maggiore o uguale all’85° percentile) od obesi (maggiore o uguale al 95° percentile) che si associa alla presenza di uno o più fattori di rischio tra:
- storia di diabete di tipo 2 nei familiari di primo e di secondo grado
- storia materna di diabete o diabete gestazionale
- appartenenza a un’etnia ad alto rischio
- segni di insulino-resistenza o condizioni associate (acantosi nigricans, ipertensione, dislipidemia, sindrome dell’ovaio policistico, basso peso alla nascita in relazione all’età gestazionale).
Ma quanto è efficace lo screening del prediabete nell’adolescenza? Secondo studi recenti potrebbe in effetti avere ricadute positive un approccio di screening basato sulla misurazione dell’emoglobina glicata, che valuta la presenza nel sangue dell’emoglobina legata al glucosio, fornendo un valore indicativo delle concentrazioni ematiche medie di questo zucchero negli ultimi tre mesi. Lo screening glicemico sembrerebbe infatti associato a una tendenza al miglioramento dell’indice di massa corporea dopo l’identificazione del prediabete nei giovani in sovrappeso e obesi, fenomeno che invece non si osserva nei ragazzi in sovrappeso od obesi non sottoposti a screening.
Le ragioni alla base del miglioramento del peso corporeo dopo la diagnosi di prediabete non sono chiare. Si ipotizza che possa essere legato alla maggiore motivazione intrinseca dei ragazzi dovuta al rischio percepito di sviluppare il diabete negli anni a venire. In alternativa, un’altra spiegazione plausibile dei benefici osservati potrebbe essere associata alle azioni intraprese dai pediatri di famiglia al momento dello screening.
Sebbene restino dei punti da chiarire, questi dati sottolineano l’utilità dello screening del prediabete negli adolescenti in sovrappeso od obesi.
Fonti
- https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2804448
- Association between prediabetes diagnosis and body mass index trajectory of overweight and obese adolescents – Vajravelu – 2020 – Pediatric Diabetes – Wiley Online Library
- https://aemmedi.it/wp-content/uploads/2009/06/AMD-Standard-unico1.pdf
- https://doi.org/10.2337/dc24-S002
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK549816/